LA STORIA FINTA, CADIOLI. RIASSUNTO

Una nuova parte della Storia finta, di Cadioli, che chiude la prefazione del libro.

 

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FINZIONE-STORIA: Il binomio si presenta già dai primi teorici del romanzo come uno dei cardini della riflessione e su di esso si dividono i pareri: essere pro romanzo significa scegliere la finzione in prosa invece del vero della storia (propria della letteratura prima del romanzo). I romanzi, disse Huet, sono veri in alcune parti e falsi nell’insieme. Il romanzo si basa quindi sulla finzione. Si moltiplicano, dunque, soprattutto nelle prefazioni , le giustificazioni degli scrittori e il richiamo alla verità dei fatti narrati sempre un utile espediente per ottenere un migliore lasciapassare la romanzo. Esempio lampante fu Robinson Crusoe “il curatore ritiene che questa sia la vera storia di un fatto accaduto”.

 

COSTANTINI vs CHIARI: Il primo, sosteneva che il romanzo fosse diseducativo, dall’altra parte Chiari riteneva che non fossero i romanzieri ad ingannare, ma gli storici che travisavano i contesti della verità. Costantini credeva che il romanzo non fosse scienza morale e non era capace di generare diletto e utilità.

 

 

BARETTI: La differenza sostanziale che separa romanzo e biografia è l’opposizione verità-finzione: la narrazione romanzesca appartiene al verosimile, l’altra al vero. Baretti addita il modello della biografia, nel tentativo di individuare un genere che possa conservare la verità senza escludere diverse visioni di lettura della storia.

Se un proemio di una poesia o una poesia stessa, che narrava finzione, era così bello ed era vero, non poteva accadere lo stesso che un romanzo fosse scritto talmente bene da trarre in inganno e sembrare realtà? (Verri).

 

 

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